martedì 26 ottobre 2010

venerdì 22 ottobre 2010

lunedì 18 ottobre 2010

PseudoApocalisse o NuovaPrimavera?

 

... teniamo sempre presente la “pedagogia divina”,
che già si ritrova nel Vecchio Testamento,
quando Abramo parla dei “dieci giusti”...


sabato 16 ottobre 2010

sabato 2 ottobre 2010

Santi Angeli Custodi



16 luglio 1947
Dice S. Azaria:
“La missione dell'Angelo Custode si crede, da parte della gente, che cessi con la morte del custodito.
Non è così sempre.
Cessa, è cosa conseguente, alla morte del peccatore impenitente,
e con sommo dolore dell'Angelo Custode di colui che non si pentì.
Si trasfigura in gloria gioconda ed eterna
alla morte di un santo che dalla Terra passa al Paradiso senza soste purgative.
Ma continua quale era, come protezione che intercede e ama il suo affidato,
per coloro che dalla Terra passano al Purgatorio per espiare e purificarsi.
Allora noi, gli Angeli Custodi, oriamo con la carità per voi davanti al trono di Dio,
e uniti alle nostre orazioni d'amore presentiamo i suffragi che sulla Terra vi applicano parenti e amici.

Oh! tutto non posso dire di quanto sia vivo, attivo, dolce il legame che ancora ci unisce a voi purganti.
Come madri che spiano il ritorno della salute in un figlio che fu malato ed è convalescente, come spose che contano i giorni che le separano dalla riunione con lo sposo prigioniero, così noi.
Noi, neppur per un attimo, non cessiamo di osservare la divina amorosa Giustizia e le vostre anime che si mondano fra i fuochi d'amore. E giubiliamo vedendo l'Amore sempre più placato verso voi, e voi sempre più degne del suo Regno.
E quando la Luce ci ordina: "Vai a trarlo fuori per portarlo qui", più ratti che saette noi ci precipitiamo a portare un attimo di Paradiso, che è fede, che è speranza, che è conforto a coloro che ancora restano a espiare, là nel Purgatorio, e stringiamo a noi l'anima amata per la quale operammo e soffrimmo, e risaliamo con lei insegnandole l'osanna paradisiaco.

I due dolci attimi nella missione dei Custodi, i due più dolci attimi, sono quando la Carità ci dice: "Scendi, ché un nuovo uomo è generato e tu lo devi custodire come gemma che mi appartiene", e quando possiamo salire con voi al Cielo.
Ma il primo è meno del secondo.
Gli altri attimi di gioia sono le vostre vittorie sul mondo, la carne a il demonio. Ma come si trema per la vostra fragilità da quando vi si prende in custodia, così sempre si palpita dopo ogni vostra vittoria, perché il Nemico del Bene è vigile a tentare di abbattere ciò che lo spirito costruisce. Perciò gioioso, perfetto nella sua gioia è l'attimo in cui entriamo con voi nel Cielo. Perché nulla più può distruggere ciò che è ormai compiuto.

E ora, anima mia, rispondo ad un tuo intimo chiederti se Dio è contento che nella tua casa sia un altro Custode [forse per la neonata di cui parla a pag. 315, i cui genitori abitavano nella casa accanto a quella della scrittrice].
O tu, che non ci fai mai domande ma tieni aperto il tuo spirito sul quale il tuo desiderio scrive talora i suoi più forti interrogativi a tua stessa insaputa, senza che la tua volontà, trattenuta dal chiedere da quel degno rispetto che troppo pochi hanno verso il Soprannaturale che si abbassa su voi, sappi che è dolce rispondere a chi è come te, a darti conforto, anima cara a Dio e tormentata dagli uomini.
Sì. Dio è contento. Contento perché nella tua casa è un Angelo felice di vegliare un'anima testé creata, gemma di Dio, e contento perché Gesù è Colui che amava i pargoli... e il resto lo dico all'anima tua, e resti fra noi come un segreto così bello che è inutile svelarlo al mondo che non sa comprendere le gioie di Dio a delle anime di Dio”.


20 agosto 1947
Dice S. Azaria, ancora seguendo le sue spiegazioni sugli Angeli Custodi:
Un'altra azione dell'Angelo Custode è quella di essere costantemente e meravigliosamente attivo presso Dio, del quale ascolta gli ordini e al quale offre le azioni buone del custodito, presenta e appoggia le suppliche, intercede nelle sue pene; e presso l'uomo al quale soprannaturalmente fa da maestro che guida nel sentiero diritto, senza soste, con ispirazioni, luci, attraimenti verso Dio.

Oh! i nostri fuochi, che sono i fuochi della Carità che ci ha creati e che ci investe dei suoi ardori, noi li convergiamo sui nostri custoditi, così come fa il sole sulla zolla che chiude un seme per intiepidirla e farlo germinare, e poi sullo stelo per irrobustirlo e farlo divenire fusto e pianta robusta. Coi nostri fuochi noi vi consoliamo, scaldiamo, irrobustiamo, illuminiamo, ammaestriamo, attraiamo al Signore.

Che se poi il gelo ostinato dell'anima e la sua durezza ostinata non si lascia da noi penetrare e vincere, che se poi l'armonia caritatevole dei nostri insegnamenti non viene accolta ma anzi sfuggita per inseguire la fragorosa musica infernale che sbalordisce e fa folli, non di noi è la colpa. Di noi è il dolore per il fallimento della nostra azione d'amore sull'anima che amiamo, con tutte le nostre capacità, dopo Dio.
Noi siamo dunque sempre presso il nostro custodito, sia che sia un santo o un peccatore.

Dall'infusione dell'anima nella carne alla separazione dell'anima dalla carne, noi siamo presso la creatura umana che l'Altissimo Signore ci ha affidata. E questo pensiero, che ogni uomo ha presso un Angelo, dovrebbe aiutarvi ad amare il prossimo vostro, sopportarlo, accoglierlo con amore, con rispetto, se non per se stesso, per l'invisibile Azaria che è seco lui e che, come Angelo, merita sempre rispetto e amore.
Se pensaste che a ogni vostra azione verso il prossimo, oltre l'Occhio onnipresente di Dio, presiedono e osservano due spiriti Angelici i quali gioiscono o soffrono di ciò che fate, come sareste più buoni sempre col prossimo vostro!
Pensate: voi accogliete una persona, l'onorate ovvero la mortificate,  l'aiutate  o la respingete, peccate con lei o la traete dal peccato, ne siete istruiti e la istruite, la beneficate o ne siete beneficati... e due Angeli, il vostro e il suo, sono presenti e vedono non solo le vostre azioni palesi ma la verità delle vostre azioni, ossia se le fate con vero amore, o con finto amore, o con astio, con calcolo e così via.

Date un'elemosina? I due Angeli vedono come la date. Non la date? I due Angeli vedono il perché vero di perché non la date.
Ospitate un pellegrino o lo respingete? I due Angeli vedono come lo ospitate, vedono ciò che è spiritualmente vero nella vostra azione.
Visitate un malato? Consigliate un dubbioso? Confortate un afflitto? Onorate un defunto? Richiamate alla giustizia uno smarrito? Date aiuto a chi ne ha bisogno? A tutte le opere di misericordia sono testimoni due Angeli: il vostro e quello di colui che riceve la vostra misericordia o se la vede negata.
Vi viene a trovare, o a importunare, qualcuno? Pensate sempre che non ricevete lui solo, ma il suo Angelo con lui.
E perciò abbiate sempre carità. Perché anche un delinquente ha il suo Angelo, e l'Angelo non diviene delinquente se delinquente è il suo custodito.

Accogliete perciò con amore chiunque, anche se è un amore prudentemente riservato, sulle difese, anche se è un amore severo per far comprendere, al vostro prossimo che vi visita, che la sua condotta è riprovevole e vi addolora e che la deve cambiare non tanto per piacere a voi quanto per piacere a Dio.
Accogliete con amore. Perché se respingete l'uomo che vi è antipatico, o indesiderabile, importuno in quel momento, o che sapete perfido, respingete pure l'ospite invisibile ma santo che è seco lui e che dovrebbe farvi gradito ogni visitatore, perché ogni prossimo che viene da voi porta fra le vostre mura o a voi vicino l'Angelo che è suo Custode.

Dovete vivere presso chi non vi piace? Prima di tutto non giudicate. Non sapete giudicare. L'uomo non giudica con giustizia che rarissimamente. Ma anche giudicando con giustizia, in base a elementi positivi ed esaminati senza prevenzioni e astii umani, non mancate alla carità, perché oltre che al prossimo voi manchereste verso l'Angelo Custode di quel prossimo.
Se sapeste considerare così, come più facile vi sarebbe superare antipatie e rancori, e amare, amare, compiere le opere che vi faranno dire da Gesù Signore e Giudice: "Vieni alla mia destra, te benedetto".

Su, un piccolo sforzo, una continua riflessione sempre, questa: vedere, con l'occhio della fede, l'Angelo Custode che è al fianco di ogni uomo, e agire sempre come se ogni vostra azione fosse fatta all'Angelo di Dio che testimonierà presso Dio.
Egli, l'Angelo Custode di ogni uomo - io ve lo assicuro - unito al vostro dirà al Signore:
"Altissimo, costui sempre fu fedele alla carità, amando Te nell'uomo, amando il mondo soprannaturale nelle creature, e per questo amore spirituale sopportò offese, perdonò, fu misericorde verso ogni uomo, a imitazione del Figlio tuo diletto i cui occhi umani, pur mirando i suoi nemici, vedevano al loro fianco, con l'aiuto dello spirito suo santissimo, gli Angeli, i loro afflitti Angeli, e li onorava, aiutandoli nel tentativo di convertire gli uomini, per glorificare con essi Te, Altissimo, salvando da Male quante più creature possibile".

Io voglio che tu, che giubili perché venendo qui il Signore trova un Angelo di più ad adorarlo [vedi sopra], io voglio che come tu credi alla presenza dell'Angelo del nascituro, così creda alle mie parole e ti comporti con tutti coloro che a te vengono, o con i quali hai contatti d'ogni forma, come ti ho detto, pensando all'Angelo loro Custode per superare stanchezze e sdegni, amando ogni creatura con giustizia per far cosa grata a Dio e di onore all'angelico Custode. E di aiuto anche all'angelico Custode.

Medita, anima mia, come vi onora il Signore, e come noi Angeli vi onoriamo, vi diamo modo di aiutare noi
- Egli, il Divino, e noi suoi spirituali ministri -
con la parola atta a rimettere sulle vie giuste un vostro simile e soprattutto con l'esempio di una condotta ferma nel Bene. Ferma, che non si piega a indulgenze e compromessi per non perdere l'amicizia di un uomo, premurosa unicamente di non perdere quella di Dio e dei Suoi Angeli.
Sarà dolore, talvolta, dover essere severa perché la gloria di Dio e i Suoi voleri non siano calpestati da un uomo. Procurerà forse sgarbi e freddezze. Non te ne preoccupare.
Aiuta l'Angelo del prossimo tuo e troverai anche questo in Cielo”.

Maria Valtorta – Libro di Azaria


Pensieri sull'Angelo Custode (festa il 2 ottobre)

Il desiderio del nostro Angelo Custode di venirci in aiuto è assai più grande di quello che noi abbiamo di essere aiutati: è l'obbedienza che Egli deve al compito che Dio gli ha affidato
(San Giovanni Bosco)

Gli Angeli si rivelano, ma soltanto a coloro che li amano e li invocano
(Card. Charles Journet)

Un'anima non è mai senza la scorta degli Angeli, questi spiriti illuminati sanno benissimo che l'anima nostra ha più valore che non tutto il mondo
(San Bernardo di Chiaravalle)

Quando debbo visitare qualche personaggio importante, impegno il mio Angelo Custode a mettersi d'accordo con il suo, perchè influisca sulle sue disposizioni. È una piccola devozione che mi richiamò il Santo Padre Pio XI e che ho trovato assai fruttuosa
(Papa Giovanni XXIII)

venerdì 1 ottobre 2010

LA PROFANAZIONE SUPREMA…






8 gennaio 1948

Dice il Ss. Autore:   
« Più esatta di una pittura che ritragga alla perfezione il vero, più esatta di una cronaca che riporti fedelmente gli avvenimenti e i costumi di un'epoca, ecco che l'epistola paolina descrive i costumi di quest'epoca che si insatanassa.
Ogni parola è una pennellata di colore per delineare l'uomo di quest'epoca, i nove decimi degli uomini di quest'epoca.

Tutte le sfumature necessarie a dipingere non l'uomo figlio di Dio, come Dio avrebbe voluto che fosse, non l'uomo superuomo, come credono di essere questi mostri dall'aspetto umano che sono i nove decimi degli uomini, ma a dipingere l'antiuomo, il degenere figlio di Dio, il frutto pauroso del connubio dell'Umanità con la Corruzione, il servo di Satana, sono usate nella pittura perfetta.

E le tinte meno atroci sono date dagli epiteti: sussurroni, millantatori, stolti, disordinati.
Poi le tinte si incupiscono sempre più, sino alle tinte che già hanno il colore del più profondo inferno, delle colpe contro natura, così diffuse ora, e usate non solo a soddisfazione del loro reprobo senso, bensì a soddisfazione della loro avidità di ricchezze.

Ma per quanto Paolo parlasse a uomini del tempo suo, a uomini viventi in mezzo ai pagani, più che a pagani: a senza dio alcuno  –  perché se ancor avessero rispettato un dio, ossia una legge morale, anche se imperfetta, perché anche l'uomo assolutamente ignorante di ogni codice religioso sente istintivamente, quando non è uno che non vuole sentire, la esistenza di un Ente Supremo al quale il suo spirito aspira per sua propria natura spirituale, per cui cerca come spirituale che è di riunirsi allo Spirito dal quale ebbe principio  –  a senza alcun dio, volutamente voluto ignorare per non avere alcun freno di legge morale anche sol naturale, per quanto Paolo parlasse a questi uomini viventi fra questi mostri, no, ancora ha lasciato la tinta più fosca del quadro.

Perché l'ha lasciataPerché la ignorava.
Egli è salito con lo spirito al terzo cielo e molte verità ha conosciuto, anche quelle sugli ultimi tempi. 
Ma non ha conosciuto una perversità di questi tempi semifinali, una perversità che prepone l'avvento dell'apostasia e la manifestazione dell'uomo del peccato.
Egli scriveva ai Tessalonicesi: “Già il mistero dell'iniquità è in azione”, ma confutava poi dicendo:
Solamente v'è chi ora lo trattiene e lo tratterrà finché sia tolto di mezzo”.


Ma quando i nove decimi dell'Umanità respingono Colui che trattiene l'evolversi del mistero dell'iniquità sino a farsi, da mistero, realtà orrenda, con il nefando regno della Bestia che si proclamerà Dio pretendendo onori divini; ma quando già alla Bestia sono dati onori divini; ma quando è invocata ed evocata con riti osceni, per il suo onore; può Dio continuare a fare difesa contro l'avanzarsi del Serpente d'abisso?

E che nome Io darò ai riti osceni, alle orrende orge terminanti in copule sataniche nelle quali signore e sacerdote è lo stesso Satana?
E che nome Io userò per chiamare col giusto nome questo peccato supremo, questa religione satanicasuperiore in atrocità ad ogni più barbara religione antica o ancora esistente fra selvaggi?

Qui non si immolano agli dèi i corpi di vittime innocenti, come un tempo a Moloc.
Qui non si uccidono uomini civili per farne omaggio all'idolo selvaggio.
Qui si immola l'Immolato, qui si colpisce l'Innocente, qui si dà in sacrificio all'Avversario l'incarnato Figlio di Dio vivente nel Ss. Sacramento col Suo Corpo Sangue Anima e Divinità.

Oh! come deve ridere del suo orrendo riso Lucifero, in queste sue epoche e ore di gloria!
È egli, il maledetto, il fulminato, lo scacciato da Dio sul suo trono, su quel trono che gli uomini gli innalzano, e al suo orrendo dileggio è offerto l'Agnello, Colui che egli mai non vinse, Colui nel quale mai egli poté entrare, Colui che lo vinse cento e mille volte, e lo vince da venti secoli, e lo vincerà sino alla fineliberando gli spiriti di buona volontà dalla sua potestà infame.

Sarà vinto. Ma intanto ha una parvenza di vincitore.
il Sacramento dei sacramenti, questo mistero d'amore per il quale anche il più serafico amore d'uomo è sempre insufficiente a dargli il degno onore, è dato da uomini come mezzo a Satana per il suo effimero trionfo.

Questo Paolo non lo conobbe. No. 

La misericordia di Dio gli tenne occultoquesto peccato che fa fremere il Cielo tutto
E – ascoltate bene, o voi che col Cielo fremete d'orrore – e se coloro che profanano le Sacre Specie ignorassero che in esse è il Cristo vivo e vero, così come fu in Terra ed è in Cielo, se non credessero alla sua presenza nelle Specie consacrate, a semplice atto di magia si ridurrebbero le loro pratiche.
Ma essi sanno. E questo costituisce il loro peccato senza perdono.

Non è applicabile per loro la preghiera del Redentore, perché essi “sanno ciò che fanno”.
Non è applicabile la parola di Paolo: “Avendo conosciuto che la divinità, quale che sia pensata e creduta, premia i giusti e punisce i malvagi, perché un concetto di giustizia, anche se molto imperfetto, lo pensa ogni credente nella divinità che si è creata, o che conosce di essere vera ed unica, non compresero che chi fa tali cose è degno di morte”, perché essi comprendono, e ciononostante compiono la profanazione suprema».
     
Maria Valtorta – Lezione sull’Epistola di Paolo ai Romani,
cap. 1°, dal versetto 24 al 31 compreso.


LETTERA AI ROMANI – Fine anno 57 d.C., da Corinto
Capitolo 1
Il peccato dei Gentili e la loro condanna.
18  Poiché l'ira di Dio si manifesta dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che  soffocano la verità nell'ingiustizia; 19  infatti quel che si può conoscere di Dio è in essi manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato; 20  poiché le perfezioni invisibili di Lui fin dalla creazione del mondo, comprendendosi dalle cose fatte, si rendono visibili, quali la Sua eterna potenza e la Sua divinità; laonde essi sono inescusabili, 21  perché avendo conosciuto Iddio non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma s'invanirono nei loro ragionamenti, e fu avvolto di tenebre il loro stolto cuore.

22  Dicendo di esser sapienti divennero stolti,  23  e scambiarono la gloria dell'incorruttibile Iddio nella riproduzione di un'immagine di corruttibile uomo, e di volatili e di quadrupedi e di rettili.
24  Perciò li abbandonò Dio, nelle concupiscenze dei loro cuori, alla sconcezza del disonorare tra loro i loro corpi, 25  essi che scambiarono la verità di Dio con la menzogna, e venerarono e resero culto alla creatura invece che al Creatore, il quale è benedetto ne' secoli, così sia!

26  Per questo li abbandonò Iddio a passioni d'infamia, poiché le loro femmine scambiarono l'uso naturale in quello contro natura: 27  e similmente i maschi, lasciato l'uso naturale della donna, si accesero nel desiderio gli uni degli altri, atti turpi operando maschi con maschi, e ricevendo in sé stessi la mercede che si conveniva della loro aberrazione.

28  E poiché non si diedero cura di conoscere Dio, li abbandonò Iddio ai reprobi sentimenti: far ciò che non si deve, 29  ripieni d'ogni ingiustizia, malvagità, fornicazione, avidità, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, d'inganno, di malignità; sussurroni, 30  maldicenti, in odio a Dio, violenti, superbi, millantatori, inventori di male azioni, disobbedienti ai genitori, 31  insensati, disamorati, sleali, incapaci di sentir compassione; 32  i quali, pur avendo conosciuto la giusta sentenza di Dio, che chi fa tali cose è degno di morte, non solo le fanno, ma approvano chi le fa.